"Povertà in crescita, assistenza a ostacoli, ritardo nelle risposte, non più solo immigrati venuti da lontano a cercare fortuna, i nuovi poveri sono in casa nostra, e sono anche e soprattutto le persone che hanno perso il lavoro e vedono solo nero il loro futuro". Il grido d'allarme è lanciato dalla Caritas della parrocchia del Sacro Cuore che denuncia la situazion di povertà in aumento ad Agropoli e lancia anche accuse alle istitizioni."C’è chi non ha la possibilità di nutrirsi come dovrebbe e vive in un regime costante di denutrizione - fanno sapere - in un mondo come quello attuale dove l’offerta alimentare ha raggiunto picchi senza precedenti e la tecnologia di ultima generazione di iPod e cellulari vive una diffusione di massa finanche fra i teenager, sembra impossibile parlare di povertà. Eppure sono in constante aumento le famiglia e le persone che vivono in condizioni di estrema precarietà o si percepiscono tali: sono i nuovi poveri, espressione diretta delle contraddizioni della situazione socioeconomica globale. Spesso - aggiungono dalla Caritas - queste situazioni di povertà alimentare non si nascondono molto lontano da noi. Da molti anni, i volontari della Caritas si occupano del banco alimentare, ( distribuzione costante di prodotti alimentari di prima necessità) che è una grande risorsa per il nostro territorio giacché, toccato dalla piaga della disoccupazione, molte famiglie si ritrovano a dover allevare i propri figli senza avere la possibilità di dar loro il minimo necessario. Stiamo parlando di un territorio di circa 21.000 abitanti: le famiglie che vengono assistite dal centro del Sacro Cuore di Agropoli sono circa 400 al mese, ma se si pensa che tali famiglie hanno anche a carico due, tre o quattro figli si nota che l'esigenza di un sostegno alimentare è forte si superano facilmente le 1.500 persone. Da questi numeri sono esclusi la Caritas e il Centro Aiuto alla Vita che fanno capo alle parrocchie Santa Maria delle Grazie, e Sant’Antonio a Muoio. Per questo - concludono i volontari della Caritas - abbiamo deciso di prenderci quest'incarico, poiché stando giornalmente a contatto con persone povere, bisognose, ci rendiamo conto di quanto questo è importante. Molti di questi non escono allo scoperto, vuoi per orgoglio, vuoi per vergogna di chiedere aiuto e si arrangiano come possono, magari anche in maniere non proprio legali".